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I vari tipi di disturbi d'ansia

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Il manuale diagnostico e statistico dei distubi mentali (DSM 5) descrive vari tipi di disturbi d'ansia: fobiedisturbo d'ansia generalizzato, attacchi di panicodisturbo ossessivo-compulsivo, disturbo acuto, o post-traumatico, da stress.

Le fobie specifiche sono condizioni caratterizzate da intensa paura rispetto a un oggetto o una situazione non oggettivamente minacciose (es. ascensore, piccioni, voli aerei, guida in autostrada...). Le fobie sono le condizioni maggiormente caratterizzate dalle cosiddette "condotte di evitamento", cioè dalla tendenza a cambiare le proprie abitudini di vita per non incontrare l'oggetto della propria fobia (es. fare percorsi a piedi molto lunghi per evitare di attraversare una piazza piena di piccioni, sottoporsi a estenuanti viaggi in treno per evitare l'aereoplano, rifiutare offerte di lavoro importanti per non dover compiere tragitti in automobile...).

Il disturbo d'ansia generalizzato è caratterizzato da sintomi vegetativi importanti (palpitazioni, respiro accelerato, sudorazione, insonnia...) presenti per gran parte della giornata e non correlati a situazioni specifiche, come nel caso delle fobie.

Nel disturbo da attacchi di panico (o ansia parossistica) l'ansia precedentemente descritta diventa così intensa da paralizzare l'individuo con tale violenza da essere talvolta scambiata per una crisi cardiaca: in quei momenti è frequente il timore di stare per morire o per impazzire, tanto sono intense le sensazioni sperimentate. Chi soffre di attacchi di panico vive nel terrore che una crisi possa presentarsi da un momento all'altro, come una spada di Damocle che rende talvolta impossibile svolgere le normali attività quotidiane.

Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato dalla costante presenza di pensieri, immagini o impulsi ricorrenti (es. il pensiero di non aver chiuso il gas o la porta di casa, di poter contrarre una grave malattia, o di poter ferire o uccidere le persone intorno a sé), che il soggetto cerca di annullare o controllare con la ripetizione di comportamenti (es. controllare ripetutamente l'interruttore o la serratura, lavarsi le mani più volte al giorno, ripercorrere in continuazione un tratto di strada per accertarsi di non avere investito qualcuno) o azioni mentali (es. preghiere), denominati "compulsioni". Questa condizione è particolarmente invalidante: i soggetti che ne sono affetti possono arrivare a trascorrere gran parte della propria giornata compiendo azioni ritualizzate allo scopo di controllare i propri pensieri, senza che riescano a dedicare tempo o attenzioni a niente, tranne che alle compulsioni.

Il disturbo post-traumatico da stress è caratterizzato dalla presenza di intensa paura e senso di fragilità come conseguenza di esperienze traumatiche estreme vissute dal soggetto stesso o da un congiunto (abuso sessuale, aggressione, rapina, disastri naturali, incidenti, diagnosi di malattie gravi…). Il soggetto tipicamente rivive in continuazione l’evento traumatico e le emozioni ad esso correlate, evitando tutte le condizioni e gli stimoli associati al trauma. L’evento traumatico può essere rivissuto attraverso ricordi ricorrenti o sogni spaventosi.